COME UN SEME DI SULLA ATTIVA LA VITA, LA BIODIVERSITÀ E LA FERTILITÀ NEI VIGNETI DI BIO CANTINA ORSOGNA

Nell’agricoltura del passato la fertilità del suolo si otteneva con le corrette pratiche agronomiche basate sulla fertilizzazione naturale attraverso l’apporto di sostanza organica prodotta in azienda. L’avvento della chimica, nel secolo scorso, ha fatto perdere di vista le buone pratiche agricole ed erroneamente ha illuso di poter risolvere tutto attraverso l’utilizzo dei concimi di sintesi (testamento di Liebig). Questa scelta, se da un lato ha aumentato le rese, dall’altro ha determinato un graduale processo di degradazione dei suoli non più riforniti di sostanza organica. L’Unione Europea nel 2002 ha adottato la comunicazione COM(2002) 179 definitiva “Verso una Strategia Tematica per la Protezione del Suolo” in cui si definisce il ruolo che dovrebbe avere l’agricoltura, ossia “[…] indispensabile per conservare la qualità organica dei suoli, favorire la preservazione dello strato vegetale ed evitare la desertificazione. Tutte le attività agricole devono quindi porsi l’obiettivo di mantenere e migliorare la fertilità del suolo che è fondamento della vita […]”.

ll termine Sulla deriva dal greco: hedys (=dolce) saron (=scopa) coronarium (=corona). Teofrasto scriveva di una leguminosa sconosciuta che probabilmente era idonea a essere usata come scopa e aveva un odore o un sapore dolce, mentre rimanda all'idea di una corona in riferimento al fiore (coronato = fiori a corona). 

La Sulla presenta importanti attitudini extra-foraggere

LA SULLA CREA  BIODIVERSITÀ ED È ATTRATTIVA PER LE API

> Il sovescio di Sulla crea un profondo miglioramento degli aspetti negativi legati al basso livello di biodiversità dei vigneti

> La Sulla crea nicchie ecologiche che favoriscono lo sviluppo di un’entomofauna diversificata con l’aumento della presenza di insetti utili e dei predatori di numerosi insetti dannosi all’agricoltura.

> In virtù della sua abbondante e prolungata fioritura e della copiosa produzione di nettare, la Sulla è fortemente attrattiva nei confronti delle api. Gli apicoltori posizionano gli alveari in zone limitrofe alle coltivazioni di Sulla in quanto il suo miele unifloreale è di alta qualità, molto apprezzato dai consumatori, dal colore chiaro, l’odore e il sapore delicati che ricordano il fieno e le noci fresche, ottimo se abbinato ad un formaggio pecorino stagionato.

LA SULLA CREA BELLEZZA PAESAGGISTICA

> Grazie alla sua imponente fioritura color rosso carminio la Sulla regala delle meravigliose distese colorate che donano una bellezza unica ai paesaggi agrari.

> Il rosso carminio è simbolo di ricchezza ed un grande attivatore di energia vitale. È il colore della sicurezza, della fiducia in se stessi, l’armonia con il proprio corpo, la gioia, della vita; è un colore stimolante che evoca il bisogno di agire…

LA SULLA FAVORISCE IL PASCOLO INVERNALE NEI VIGNETI

> La Sulla è un ottimo foraggio molto ambito dalle pecore, caratterizzato da un considerevole valore nutritivo da ascrivere all’alto contenuto in proteina grezza e carboidrati e inoltre la presenza di tannini riduce le infezioni gastro-intestinali negli ovini. Dal pascolo della Sulla si ottiene un ottimo formaggio pecorino di spiccate caratteristiche organolettiche. Bio Cantina Orsogna incentiva la semina la Sulla nei vigneti in modo da creare un cotico erboso importante per il pascolamento delle greggi nel periodo invernale.

LA SULLA SALVAGUARDA I SUOLI DALL’EROSIONE

> Il potente apparato radicale fittonante della Sulla migliora l’aereazione anche degli strati più profondi del suolo e contribuisce in modo importante alla sua salvaguardia contro l’erosione idrometeorica superficiale. La presenza di Sulla, nei periodi più piovosi (inverno e inizio primavera), protegge gli strati superficiali dal dilavamento e dall’erosione.

LA SULLA MIGLIORA LA FERTILITÀ DEI SUOLI

> Le radici contribuiscono al mantenimento e all’incremento dell’humus e al miglioramento della struttura fisico-chimica dello strato fertile del terreno. I batteri azotofissatori, simbionti con le radici delle leguminose, arricchiscono il suolo di azoto che si renderà disponibile al momento del sovescio primaverile. L’abbondante massa vegetale, una volta interrata, fornisce un apporto importante di humus indispensabile per la vita delle radici e dei microrganismi.

DAL POLLINE DI SULLA VENGONO SELEZIONATI I LIEVITI PER LA VINIFICAZIONE DEL VINO MONTEPULCIANO VOLA VOLÉ

> I lieviti in natura sono presenti su molte matrici organiche tra cui frutti e fiori. Nel progetto “Vola Volé – Montepulciano” di Bio Cantina Orsogna, i lieviti di fermentazione sono selezionati dai pollini dei fiori di Sulla. I granelli di polline vengono raccolti dalle arnie posizionate in zone limitrofe ai campi di Sulla e su queste i microbiologi selezionano e moltiplicano i lieviti che saranno utilizzati per la fermentazione del vino “Vola Volé Montepulciano”.

Tommaso Cascella “Dopo il raccolto” 1910- Olio su Tela cm 207×206 – Museo B. Cascella Pescara
PAESAGGIO COLLINARE DI INIZIO SECOLO SULLA MAJELLA

L’opera ritrae una scena divinatoria, ossia un’anziana chiromante che indovina il futuro nella mano di un contadino che sta falciando un campo di Sulla (Rampa Lupina) che esalta cromaticamente, con il suo colore rosso carminio, il paesaggio agricolo affacciato sulla Maiella probabilmente tra i comuni di Guardiagrele ed Orsogna.

Adriana Gandolfi, etno-antropologica per il territorio abruzzese e molisano

La Sulla, straordinaria protagonista di una vera e propria rivoluzione agraria sui suoli argillosi

La Sulla, nota ai botanici sotto i nomi scientifici di Hedysarum coronarium oppure Sulla coronaria, è una pianta foraggera annua appartenente alla famiglia delle leguminose. L’area di origine della specie, probabilmente, è da ricercare nel Mediterraneo occidentale, in particolare nella Spagna o nell’Africa settentrionale (Algeria, Marocco, Tunisia). Il nome sulla sembra essere di origine spagnola, “zulla”, forse mutuato dall’arabo. È probabile che proprio gli arabi siano stati i primi a mettere a coltura questa importante foraggera. In Italia la sua coltivazione è attestata per la prima volta in Calabria intorno alla metà del 1700 periodo in cui la coltivazione sembra praticata anche nelle isole maltesi.

La coltivazione della Sulla dalla Calabria si diffuse successivamente in Sicilia e nell’Italia Meridionale. Furono le Società Economiche, sodalizi scientifici operanti nel Regno di Napoli con il fine di migliorare le attività economiche e, soprattutto, l’agricoltura, a diffondere la coltivazione della pianta. In Abruzzo un ruolo strategico per la radicazione della pianta fu svolto dalla Società Economica di Chieti e, in maniera secondaria, da quella di Teramo. Già intorno al 1815, la Sulla risulta coltivata nella regione sui terreni argillosi collinari e costieri. La diffusione della pianta e di altre foraggere (erba medica, crocetta, trifogli) fu incentivata per l’impianto dei prati artificiali, prima del tutto sconosciuti. Infatti, dopo le leggi sull’eversione feudale (1806), nel Regno di Napoli, si costituirono molte proprietà private a discapito dei feudi e dei possedimenti ecclesiastici. I nuovi proprietari dei fondi ebbero la necessità di produrre foraggio per incentivare l’allevamento bovino in alternativa a quello ovino. Infatti, i bovini risultavano indispensabili come forza lavoro e per la produzione di un bene strategico: il letame. Sui terreni fortemente argillosi della zona collinare dell’Abruzzo meridionale, l’unica foraggera in grado di produrre rilevanti quantità di fieno per alimentare i bovini, in modo particolare le vacche di razza marchigiana che proprio nell’Ottocento cominciavano a diffondersi nelle nostre campagne, era la Sulla. Questa pianta è stata protagonista di una vera e propria rivoluzione agraria nel settore argilloso collinare della regione. La Sulla, localmente nota come “rampa lupina”, termine tipico dell’area abruzzese e molisana tinge le nostre colline di rosso carminio e i suoi getti giovani, teneri dolci e succosi (tenne de rampa lupine) divennero anche una ricercata verdura da consumare cruda o cotta nelle fojje. Anche l’apicoltura ne trasse un grosso vantaggio con la produzione del miele di Sulla, particolare e ricercato che caratterizza tuttora la produzione mellifera regionale. Purtroppo, negli ultimi decenni, la coltivazione di questa straordinaria foraggera ha subito una forte contrazione per le profonde trasformazioni che hanno interessato la nostra agricoltura.

Prof. Aurelio Manzi, naturalista e biologo