Descrizione
Uvaggio
85% minimo Malvasia
Origine e storia del vitigno
Malvasia è un vitigno dalla storia unica. Il suo nome deriva per contrazione del nome della città greca di “Monemvasia” situata nel Peloponneso che significa “una sola porta”. Tra il 1500 e il 1700 grazie ai Veneziani, che lo diffusero in tutto il Mediterraneo, divenne il vino più importante in Europa.
Zona di coltivazione
Oltre 1.500 ettari di vigna sparsi su pendii soleggiati (432 mt s.l.m.) delle zone pedemontane della Maiella (Abruzzo) dove la natura offre eccellenti presupposti per la produzione di vini unici e straordinari. La “spina dorsale” del microclima dei vigneti è il connubio tra la Maiella (2.793 m s.l.m.) e il mare Adriatico che insieme creano condizioni ottimali per la maturazione delle uve. Sole, venti freschi e forti escursioni termiche tra giorno e notte permettono un ottimale accumulo di zuccheri e regolano il contenuto di acidità e dei componenti aromatici dei grappoli.
Suolo
I suoli sono diversi dai suoli argillosi si passa a quelli calcarei fino ai suoli sabbiosi. Ogni suolo crea le condizioni pedologiche ottimali sia per la produzione di uve per vini di alta qualità dai vini freschi e fruttati fino a rossi strutturati da invecchiamento.
Forma di allevamento
La capanna, conosciuta anche come tendone o pergola abruzzese, rappresenta la forma di coltivazione della vite più diffusa e tradizionale in Abruzzo. Contrariamente alle moderne tecniche di coltivazione che tendono a limitare l’altezza delle viti attraverso potature aggressive e innaturali, la capanna rispetta la fisiologia naturale della pianta attraverso uno spazio aereo più ampio per la chioma e una maggiore superficie di terreno per le radici. In un’epoca in cui la viticoltura mondiale è sempre più orientata verso la meccanizzazione intensiva dei vigneti, questa tecnica tradizionale permette di mantenere viva l’arte secolare del vignaiolo grazie ad una serie di lavori manuali essenziali per la vite. Un vero e proprio patrimonio culturale e agricolo legato all’ingegno dei vignaioli.
Conduzione agricola
L’azienda agricola Biodinamica è un organismo vivente complesso, senza input esterni, in stretta connessione con l’ambiente a cui è legata da complesse relazioni. La concimazione, la coltivazione e l’allevamento sono attuati con modalità che rispettano e promuovono la fertilità e la vitalità del terreno che andranno a migliorare le produzioni vegetali e animali. Solo la viticoltura biodinamica, che porta in cantina uve “sane” e microbiologicamente “vive” è capace di affrontare la fermentazione spontanea che è alla base dei vini biodinamici.
Vinificazione
Il vino “orange” si ottiene dalla macerazione delle bucce con il mosto senza controllo termico, senza aggiunta di solfiti con lieviti naturali dell’uva, dopo due o tre giorni si pressano le bucce. Durante la macerazione i tannini (polifenoli in genere e gli antociani) vengono estratti conferendo a questi vini un colore aranciato e la struttura di un vino rosso.
I vini biodinamici sono a fermentazione spontanea e legano la loro complessità alla fermentazione spontanea legandosi soprattutto alla prima fase della fermentazione dove i lieviti apiculati (selvaggi), eliminati nelle fermentazioni convenzionali, impartiscono al vino l’impronta digitale del terroir microbico attraverso profili organolettici unici. Le fermentazioni spontanee sono andate in difficoltà con la diffusione dei pesticidi ma anche dall’aggiunta dei solfiti sull’uva o nei mosti che uccide la microflora dell’uva (lieviti) e compromette la fermentazione. Per millenni le fermentazioni si sono svolte in maniera spontanea innescate dai lieviti presenti in natura i cosiddetti lieviti indigeni o autoctoni o selvaggi, diversi da zona a zona capaci di trasmettere al vino le caratteristiche uniche del luogo e dall’annata. Le uve raccolte a mano vengono pigiate e fermentate con un piede fatto da una piccola quantità di mosto dalla quale si innesca spontaneamente il resto della massa. L’alta alcolicità potenziale delle uve appassite rallenta la fase terminale della fermentazione lasciando una certa quantità di zuccheri importanti per l’equilibrio e la piacevolezza del vino.
La tecnica di appassimento
La produzione di uve appassite proviene dalla tecnica del “taglio reciso”. Il taglio viene effettuato sui tralci fruttiferi durante la maturità fenolica delle uve in modo da interrompere il flusso della linfa verso gli acini. Le uve restano ad appassire nel vigneto per 7-14 gg e dopo questo periodo avranno una maggiore concentrazione zuccherina.
Affinamento
IL PROCESSO DI AFFINAMENTO: QUALITÀ E AUTENTICITÀ GARANTITE
La creazione del nostro vino è un processo che abbraccia pienamente i principi della viticoltura biodinamica. Dopo la fermentazione, il nostro vino riposa per due mesi in vasche di cemento, un materiale che permette una microossigenazione ottimale. Questo passaggio è fondamentale per lo sviluppo di un bouquet aromatico ricco e complesso. Successivamente, il vino trascorre circa due mesi in bottiglia, dove completa la sua evoluzione, acquisendo ulteriore complessità olfattiva e raggiungendo l’equilibrio perfetto tra acidità, corpo e aromi.
Ogni fase della vinificazione e dell’elaborazione segue rigorosamente gli standard certificati “Demeter”, unico marchio di certificazione nell’ambito biodinamico. Questo significa che il nostro vino è completamente privo di prodotti chimici o conservanti aggiunti, permettendo al vino di stabilizzarsi tartaricamente in modo naturale e preservando così la sua autenticità e il legame con il terroir.
Caratteristiche sensoriali
COLORE: aranciato
PROFUMO: ricco di profumi, sprigiona tutta la complessità di aromi della macchia mediterranea, di cui è uno dei frutti più preziosi.
SAPORE: vellutato ed elegante ha una consistenza sciropposa piacevolmente ricco di componenti zuccherine che lasciano in bocca un gradevole e persistente ricordo.
Abbinamenti
Le sue componenti liquorose vengono enfatizzate e valorizzate quando si accompagna questo vino con pietanze delicate o con ricette dolci e golose.
Temperatura di servizio
10-12°C