Descrizione
Uvaggio
85% minimo Pinot Grigio
Origine e storia del vitigno
Il Pinot Grigio può vantare un genitore importante: il Pinot Nero. Infatti, da una sua mutazione gemmaria nasce il Pinot Grigio. Questo vitigno è definito impropriamente uva bianca, ma dallo stesso nome è chiaro che siamo di fronte ad una varietà non a bacca bianca. Il colore dei suoi acini a maturazione è un rosa più o meno carico. Origina vini di colore ramato anche se vinificato in bianco, mentre se lavorato a contatto con le bucce assume un colore rosato, molto vicino al rosa occhio di pernice con riflessi buccia di cipolla.
Zona di coltivazione
Oltre 1.500 ettari di vigna sparsi su pendii soleggiati (432 mt s.l.m.) delle zone pedemontane della Maiella (Abruzzo) dove la natura offre eccellenti presupposti per la produzione di vini unici e straordinari. La “spina dorsale” del microclima dei vigneti è il connubio tra la Maiella (2.793 m s.l.m.) e il mare Adriatico che insieme creano condizioni ottimali per la maturazione delle uve. Sole, venti freschi e forti escursioni termiche tra giorno e notte permettono un ottimale accumulo di zuccheri e regolano il contenuto di acidità e dei componenti aromatici dei grappoli.
Suolo
I suoli sono diversi dai suoli argillosi si passa a quelli calcarei fino ai suoli sabbiosi. Ogni suolo crea le condizioni pedologiche ottimali sia per la produzione di uve per vini di alta qualità dai vini freschi e fruttati fino a rossi strutturati da invecchiamento.
Forma di allevamento
La capanna, conosciuta anche come tendone o pergola abruzzese, rappresenta la forma di coltivazione della vite più diffusa e tradizionale in Abruzzo. Contrariamente alle moderne tecniche di coltivazione che tendono a limitare l’altezza delle viti attraverso potature aggressive e innaturali, la capanna rispetta la fisiologia naturale della pianta attraverso uno spazio aereo più ampio per la chioma e una maggiore superficie di terreno per le radici. In un’epoca in cui la viticoltura mondiale è sempre più orientata verso la meccanizzazione intensiva dei vigneti, questa tecnica tradizionale permette di mantenere viva l’arte secolare del vignaiolo grazie ad una serie di lavori manuali essenziali per la vite. Un vero e proprio patrimonio culturale e agricolo legato all’ingegno dei vignaioli.
Conduzione agricola
L’azienda agricola Biodinamica è un organismo vivente complesso, senza input esterni, in stretta connessione con l’ambiente a cui è legata da complesse relazioni. La concimazione, la coltivazione e l’allevamento sono attuati con modalità che rispettano e promuovono la fertilità e la vitalità del terreno che andranno a migliorare le produzioni vegetali e animali. Solo la viticoltura biodinamica, che porta in cantina uve “sane” e microbiologicamente “vive” è capace di affrontare la fermentazione spontanea che è alla base dei vini biodinamici.
Vinificazione
IL PINOT GRIGIO RAMATO vanta una tradizione ben radicata, nota sin dai tempi della Serenissima Repubblica di Venezia. Proprio con il termine “Ramato” si indicava nei contratti di compravendita il nome del vino Pinot Grigio, evidenziando la sua importanza storica. Negli ultimi anni abbiamo assistito ad una progressiva scomparsa di questa interpretazione più classica (ramata) a favore della vinificazione in bianco più “moderna e tecnologica”, dove la leggera presenza di colore viene allontanata attraverso l’azione decolorante del carbone enologico. Essendo in biodinamica vietato l’uso del carbone enologico, il colore del Pinot Grigio rimane Ramato. Basta osservare un grappolo di questo vitigno per capire che l’uva non merita di essere privata del suo “colore” naturale e con esso di parte del suo corredo varietale.
IL VINO BIODINAMICO DEMETER
I vini biodinamici sono a fermentazione spontanea e devono la loro complessità alla fermentazione spontanea legandosi soprattutto alla prima fase della fermentazione dove i lieviti apiculati (selvaggi), eliminati nelle fermentazioni convenzionali, impartiscono al vino l’impronta digitale del terroir microbico attraverso profili organolettici unici. Le fermentazioni spontanee sono andate in difficoltà con la diffusione dei pesticidi, ma anche dall’aggiunta dei solfiti sull’uva o nei mosti che uccide la microflora dell’uva (lieviti) e compromette la fermentazione. Per millenni le fermentazioni si sono svolte in maniera spontanea innescate dai lieviti presenti in natura i cosiddetti lieviti indigeni o autoctoni o selvaggi, diversi da zona a zona capaci di trasmettere al vino le caratteristiche uniche del luogo e dall’annata. Le uve raccolte a mano vengono pigiate e fermentate con un piede fatto da una piccola quantità di mosto dalla quale si innesca spontaneamente il resto della massa. L’alta alcolicità potenziale delle uve appassite rallenta la fase terminale della fermentazione lasciando una certa quantità di zuccheri importanti per l’equilibrio e la piacevolezza del vino.
La tecnica di appassimento
La produzione di uve appassite proviene dalla tecnica del “taglio reciso”. Il taglio viene effettuato sui tralci fruttiferi durante la maturità fenolica delle uve in modo da interrompere il flusso della linfa verso gli acini. Le uve restano ad appassire nel vigneto per 7-14 gg e dopo questo periodo avranno una maggiore concentrazione zuccherina.
Affinamento
IL PROCESSO DI AFFINAMENTO: QUALITÀ E AUTENTICITÀ GARANTITE
La creazione del nostro vino è un processo che abbraccia pienamente i principi della viticoltura biodinamica. Dopo la fermentazione, il nostro vino riposa per due mesi in vasche di cemento, un materiale che permette una microossigenazione ottimale. Questo passaggio è fondamentale per lo sviluppo di un bouquet aromatico ricco e complesso. Successivamente, il vino trascorre circa due mesi in bottiglia, dove completa la sua evoluzione, acquisendo ulteriore complessità olfattiva e raggiungendo l’equilibrio perfetto tra acidità, corpo e aromi.
Ogni fase della vinificazione e dell’elaborazione segue rigorosamente gli standard certificati “Demeter”, unico marchio di certificazione nell’ambito biodinamico. Questo significa che il nostro vino è completamente privo di prodotti chimici o conservanti aggiunti, permettendo al vino di stabilizzarsi tartaricamente in modo naturale e preservando così la sua autenticità e il legame con il terroir.
Caratteristiche sensoriali
COLORE: ramato.
PROFUMO: Note di frutta esotica matura. Sentori di scorza di agrumi.
SAPORE: rotondo e avvolgente al palato. Persistenza aromatica lunga.
Abbinamenti
Pietanze delicate, tradizione pasticcera e formaggi selezionati.
Temperatura di servizio
10-12°C