Descrizione
VINO DA UVE BIODINAMICHE
La biodinamica (dal greco bios = vita e dinamikòs = movimento) è basata sui principi dell’antroposofia, il suo ideatore fu il filosofo austriaco Rudolf Steiner (1861-1925) e si propone di diffondere metodi operativi rispettosi dell’ambiente, capaci di produrre cibi di una qualità superiore. I prodotti da agricoltura biodinamica sono dal punto di vista alimentare estremamente più ricchi in quanto provengono da terreni in stretta connessione con l’ambiente e energeticamente dotati di una valenza maggiore, non fatta di semplice composizione chimica, ma di relazioni più complesse. L’azienda agricola biodinamica funziona come un microcosmo organico, dove la fertilità e la vitalità del terreno devono essere ottenute con mezzi naturali come il letame, il sovescio di erbe e l’uso di preparati naturali a base di piante e minerali che stimolano la vita microbica, rafforzano il sistema immunitario delle piante e migliorano la fertilità del terreno.
A FERMENTAZIONE SPONTANEA
Coltivando in modo naturale su terreni viventi sani e fertili si ottengono uve ricoperte da una ricca micro-vita e il vino si fa da solo. La vita microbiologica del vigneto biodinamico consente di ottenere fermentazioni di successo a differenza dell’agricoltura convenzionale dove i fungicidi, indebolendo le popolazioni di lieviti della buccia, rendono impossibile la fermentazione spontanea. Per questa ragione nell’enologia convenzionale vengono usati lieviti selezionati che hanno distrutto il legame con il luogo di produzione (terroir) con il risultato di produrre vini standardizzati.
SENZA SOLFITI AGGIUNTI
L’aggiunta dei solfiti nel vino non è una pratica antica e il suo uso è relativamente recente. Alla fine del XIX secolo il loro uso era diffuso solo allo scopo di disinfettare le botti di vino destinate al trasporto marittimo, mentre nel vino non venivano aggiunti in quanto si pensava che il loro uso affliggesse il bevitore. Il vino biodinamico non ha bisogno di aggiunta di conservanti (solfiti) per la sua stabilità, le uve possiedono già tutti gli elementi necessari per fermentare e stabilizzarsi naturalmente.
STABILIZZAZIONE NATURALE
La tecnica convenzionale di stabilizzazione prevede che il vino prima di andare in bottiglia deve essere portato da temperatura ambiente a –7°C circa e mantenuto a questa temperatura per alcuni giorni (6-7). Questa operazione, soprattutto nel periodo estivo, porta a un notevole consumo energetico e per questa ragione i vini da uve biodinamiche ZEROPURO non subiscono interventi fisici di stabilizzazione tartarica che viene ottenuta con il solo freddo invernale. Trovare nella bottiglia piccoli cristalli significa che “il vino ha sentito il freddo” e ha rilasciato delle innocue precipitazioni naturali di tartrati.
LEGATO AL TERROIR
I vini da agricoltura biodinamica restituiscono il luogo di origine attraverso il profumo e il gusto e questo viene definito dai francesi come “Terroir” (territorialità) vale a dire l’appartenenza di un vino a un particolare contesto. Il Terroir è una “combinazione unica e irriproducibile di fattori in un determinato anno”: clima, pianta, lieviti, suolo, ecc. Annualità diverse produrranno condizioni di crescita diverse che influenzeranno le forme di vita del luogo. Purtroppo nei vini convenzionali queste variazioni sono appianate attraverso interventi sia in vigna che in cantina.
IL VINO PRIMITIVO TERRE DI CHIETI IGP
Il Primitivo è un vino caldo, sontuoso e avvolgente, con un bouquet fruttato di prugna e ciliegie sotto spirito, note speziate e inconfondibili profumi di macchia mediterranea e sale. Al palato è strutturato, caldo, giustamente tannico, mediamente acido, morbido, leggermente salato e ben modulato con profondità di sorso e una notevole bevibilità di sorso, nonostante l’altra gradazione.