Acquistando una bottiglia a marchio “Vola Volé”, contribuisci alla semina e coltivazione di una porzione di terreno di pertinenza di BIO Cantina {Sociale} Orsogna. La semina verrà effettuata con sementi autoctone che compongono prati e pascoli del territorio, favorendo la biodiversità adatta alla micro e macro fauna locale. Ogni bottiglia sarà dotata di un collarino specifico che attesterà il contributo alla semina e coltivazione del mq di biodiversità, riportando una numerazione progressiva unica che identificherà il metro quadro seminato.
LA BIODIVERSITÀ E LE COMUNITÀ RESILIENTI
La biodiversità è un patrimonio unico e prezioso, risultato di 3,5 miliardi di anni di evoluzione. Piante, animali e microrganismi sotto la spinta della selezione naturale si sono adattate alle condizioni ambientali e ogni forma vivente svolge un ruolo specifico in virtù del quale aiuta l’ecosistema a mantenere i suoi equilibri vitali.
La scomparsa di anche una sola di queste forme viventi potrebbe portare ad un’alterazione irreversibile.
Negli ultimi decenni una notevole e nutrita letteratura scientifica ha dimostrato l’importanza e il ruolo vitale della biodiversità negli ecosistemi, in particolare di quelli seminaturali e antropici come gli agroecosistemi.
La perdita di biodiversità riferita a qualsiasi ecosistema (prato, bosco, suolo agricolo, etc.) contribuisce, ad esempio, ad aumentare la vulnerabilità verso i cambiamenti climatici (siccità, tempeste di tipo tropicale, etc.) e verso i dissesti idrogeologici (frane, alluvioni, etc.); la perdita di biodiversità comporta insicurezza alimentare ed energetica, diminuzione dei livelli di salute all’interno di una società umana e impoverimento delle tradizioni culturali.
Una maggiore diversità di specie viventi assicura una naturale sostenibilità ad un ecosistema o ad un agroecosistema rendendolo resiliente a diverse forme di disturbo antropico, a fitopatologie, a crisi climatiche, etc.
La biodiversità è altresì importante per l’uomo perché da essa si attingono beni, risorse e servizi ecosistemici di cui tutte le comunità umane, in modo diretto o indiretto, beneficiano. Per le attività agricole essa diviene ‘biodiversità funzionale’(ossia valida e utile alle attività agricole praticate) esprimendosi in un ‘suolo vitale’ e in un assesto floristico e vegetazionale che supporta, ad esempio, gli insetti (in particolare, gli impollinatori), gli uccelli e le altre forme viventi.
Tra le scelte strategiche e gli obiettivi strategici nazionali per lo Sviluppo Sostenibile attinenti al tema della biodiversità sono quelle di arrestare la perdita di biodiversità e proteggere e ripristinare le risorse genetiche e gli ecosistemi naturali connessi all’agricoltura, creare comunità e territori resilienti, custodire i paesaggi e i beni culturali e, in ultimo, affermare modelli sostenibili di produzione e consumo come garantire la sostenibilità dell’agricoltura lungo l’intera filiera (www.mite.gov.it; Direzione Generale per il Patrimonio Naturalistico, Divisione III – Biodiversità, Flora e Fauna, CITES, anno 2022).
SEMPLIFICAZIONE DEGLI AGROECOSISTEMI E PERDITA DEGLI HABITAT
L’agricoltura intensiva sta provocando danni al delicato equilibrio agro ecosistemico autoregolato per millenni.
La grave perdita di ambienti favorevoli (prati secchi e semi-secchi, zone umide, specchi e corsi d’acqua vicini allo stato naturale) e l’impiego di pesticidi hanno distrutto gli habitat in cui uccelli, rettili e piccoli mammiferi si nutrivano, trovavano riparo e si riproducevano.
Negli anni ‘60 l’ondata delle innovazioni tecnologiche ha dato vita allo sviluppo di un sistema integrato coltivazione basato sui pesticidi, fertilizzanti chimici e varietà di colture geneticamente uniformi ad alto rendimento. L’espansione dell’agricoltura intensiva è avvenuta a scapito delle forme sostenibili di agricoltura e risorse naturali che ha condotto ad una eccessiva semplificazione del paesaggio agrario con la progressiva scomparsa di tutti quei preziosi elementi di biodiversità ambientale.
La viticoltura attuale è una monocoltura intensiva in cui la vite viene messa in condizione di esprime il suo potenziale produttivo attraverso operazioni colturali che lasciano la vite in una condizione isolata (monocoltura) attraverso l’eliminazione di competitori vegetali e animali:
1. Competizione vegetale (erbe): lavorazioni del suolo e diserbi;
2. Competizione di insetti e funghi: trattamenti antiparassitari.
IL DECLINO DEGLI INSETTI
Negli ultimi 27 anni si è verificata una diminuzione stagionale della biomassa di insetti volanti del 76%, che arriva all’82% a metà estate.
Il colpevole oggi ha ancora il volante in mano.
“I maggiori impatti della perdita di insetti si ripercuotono su uccelli, rettili, anfibi e pesci che se ne nutrono.
Se questa fonte alimentare viene loro sottratta, tutti questi animali sono destinati a morire di fame”.
Sánchez-Bayo
IL DECLINO DEGLI UCCELLI INSETTIVORI NELLE ZONE AGRICOLE
Il calo preoccupante del numero di uccelli insettivori è dovuto principalmente all’utilizzo diffuso di pesticidi e alle moderne tecniche agricole che stanno mettendo a rischio la sopravvivenza di molte specie di uccelli legate agli insetti come principale fonte di nutrimento.
Le 10 specie di uccelli delle zone agricole più colpite dal declino (2000-2023)
Fonte: Rete Rurale Nazionale & Lipu (2024). Farmland Bird Index nazionale e andamenti di popolazione delle specie in Italia nel periodo 2000-2023
• Torcicollo – 78%
• Calandro – 78%
• Saltimpalo – 73%
• Averla piccola -72%
• Passera d’Italia – 64%
• Passera mattugia – 63%
• Allodola – 54%
• Verdone – 54%
• Rondine – 51%
• Cutrettola – 49,5%
IL PROGETTO “VALE 1MQ di BIODIVERSITÀ”
BIO Cantina Orsogna con il progetto ‘‘Vale 1MQ di biodiversità” abbinato a tutti i vini Vola Volé salvaguardia e aumenta la biodiversità nei suoi diversi livelli di complessità e, con essa, tutti i benefici che ne derivano seminando specie vegetali di interesse in alcune aree pascolive e prative situate nel suo comprensorio e, in particolare, nella valle formata dal torrente Moro, caratterizzata dalla presenza di suggestive formazioni geologiche come i calanchi.
La superficie dell’agroecosistema interessata al progetto è di circa 20 ettari e si trova nell’alta valle del Moro.
La Valle del Moro è l’area più meridionale del comprensorio vitivinicolo di Orsogna; ‘a monte’ il suo bacino si sviluppa con un andamento est-ovest; ‘a valle’, invece, dopo aver ricevuto le acque del fosso dei Ferrari cambia l’orientamento in direzione nord-est fino a raggiungere, con la sua foce, il mare Adriatico, a sud di Ortona.
I rilievi collinari formatesi nell’alta valle del Moro si allungano parallelamente ai corsi d’acqua a carattere torrentizio che affluiscono nella sua destra idrografica, in direzione nord-ovest; il primo, da occidente, è detto ‘i Colli’, il secondo, ‘Crognaleto’. Il rilievo collinare ove sorge l’abitato di Orsogna, invece, corre parallelamente al solco del Moro, in direzione est-ovest.
Nella selezione delle specie seminate con il progetto Vola Volé si è cercato di bilanciare il numero delle graminacee, delle fabacee e, in linea di massima delle mellifere, in modo da avere per il prossimo anno una forma di prato stabile e, lasciato a ‘riposo’. Tra le specie vi sono piante erbacee annuali (come il Trifoglio incarnato, Trifolium incarnatum; etc.), biennali (come l’Onopordo tomentoso, Onopordium acanthium, etc.) e perenni (come il Ginestrino, Lotus corniculatus, etc.).